Il risveglio di
domenica 18 giugno è stato un po` come venire al mondo per l`ennesima
volta.
Di sicuro ero ancora
carico dalla sera prima e non me ne fregava più di tanto: era il
grande giorno, il giorno dell'esordio dell'Anna Billó Fans Club!
Dopo un'intera
stagione calcistica in una categoria infame, seguita su un monitor LCD
da 7 pollici, avevo un solo nome che mi martellava il cervello: Anna
Billò!
Anna Billò per me
era una costante invernale dei successi genoani, il dolce apostrofo di
bordo campo sui commenti anonimi di Onofri durante le partite di C1.
Anna Billò: un nome
simpatico e competente, la giusta motivazione per riuscire a dire:
”Non esco a vedere il Cabella; sto a casa a vedere il grande Genoa!”.
E così è stato per
il prosieguo del campionato: sprazzi di euforia fino a La Spezia, e
poi il baratro del pessimismo!
Io, nel mio piccolo,
l’ho sempre sostenuto: “Il nostro presidente ha fatto delle cazzate ed
è giusto pagare”, però, [come quando naufragò il Titanic], noi genoani
vorremmo naufragare da signori: indossando il nostro vestito più bello
e sorseggiando uno scotch, se possibile!
Questo non è stato
possibile, soprattutto dopo le polemiche estive, ma Sky ci ha concesso
il diritto di replica donandoci Anna Billò a bordo campo.
Anna Billò, Anna
Billò…
Il campionato stava
volgendo al termine, e incominciavo ad avere prenotazioni nella
zingarhouse per i payoff.
Immaginatevi lo
stupore quando, schierati sul divano della zingarhouse e davanti ad un
televisore accettabile, ho scoperto che al nome che mi ha perseguitato
per tutto il campionato corrispondeva una fisionomia esteticamente più
che deliziosa! (leggasi era proprio una gran patata!).
La cabala Anna Billó
ci stava portando direttamente in serie B e, preso dall’eccesso di
euforia, ho fatto scattare la promessa: "Se vinciamo a Monza, vado a
Marassi con lo striscione degli zingari!".
Detto e fatto.
Importanti membri
della confraternita, quali il Dutur Catecumeno, la Queen Mary e
Abburrone hanno fatto leva sulle proprie conoscenze prelazionistiche
al fine di accaparrarsi biglietti per il ritorno.
All’inizio ero davvero titubante, ma preso
dall’onda dei festeggiamenti del matrimonio di Gipu &
Ropu (vedi
post), non ho saputo dire di no! [E pensare che, il
mio socio Ciuskuy (doriano), non ha potuto che rassegnarsi di fronte a
cotanta presa di posizione….] Mi sono fiondato in ufficio a plottare
quelli che sarebbero stati i nostri colori per bardare la
zingartahouse a festa!
Da qui la nascita
del mito Anna Billò, col quale posso dire di aver rotto le palle a
buona parte della popolazione di Cabella.
Sicuramente,
dimenticare lo striscione appeso alla
finestra per tutto il giorno, ha
alimentato ulteriormente il mistero che da qualche tempo stava
pestando l’ambiente valborberino… ovvero:”Ma chi cazzo è Anna Billò”!
Belin!
Se volete che ve la racconti proprio tutta, questo
fatto non è che mi abbia sconvolto la coscienza più di tanto!
Ricorderete bene che c’era il raduno della santona e, rientrando a
casa, ho visto sul ponte della Liassa uno striscione riportante la
suddetta frase: “WELCOME GRANDE MADRE”!
È lì che è nato tutto!
Belin, io non ho proprio niente contro di loro:
saranno anche un po’ svampiti ma è bello vederli transumare per il
teritorio comunale! Ed è stato ancora più bello vedere questa massa di
fedeli che si fermava riverente davanti alla zingarhouse, per
delucidazioni su Anna Billò e la sua collusione con Shri Mataji.
Il tutto naturalmente nelle lingue più disparate!
Who is Anna Billò?
Anna Billò is a
giornalista!
Oh, Oh, that’s good:
reporter!
Reporter glielo dici
a tua sorella, figlio della foschia!
Yes that's good,
foschia, good bye!
Guardo Abburrone (il
mio interprete con licenza di uccidere) mi fa’ un gesto d’intesa…
saluto col sorriso anch’io!
Solo così sono
riuscito a far venire l’ora della partenza per Marassi!
Al raduno, avrei
volentieri delegato: l’uomo aveva già dato tutto al matrimonio del
pomeriggio precendente e sarebbe stato più salutare soprassedere.
Ma una promesso è
una promessa!
Carico lo striscione
sul Pilato di Iachi che mi accoglie con fare paterno: capisce le
condizioni ed anestetizza i passeggeri al fine di non arrecarmi
disturbo.
Dopo mille
peripezie, raggiungiamo la postazione ad un attimo dall’inizio della
partita: giusto in tempo per esporre lo striscione e sentirci dire:
“Magari, se lo fai vedere da un’altra parte è meglio, mea!”.
Al richiamo del
cavallo, anche il prestante Iachi ripiega su un più strategico: “Non
te la prendere, tra il primo e secondo tempo la piazza sarà la
nostra!”.
Mi faccio coraggio,
ma non gli credo! È un pomeriggio veramente caldo ed in più abbiamo
anche quel preservativo di Pistino che non ci abbandona… domenica
pesante, domenica di promozione! Ragiono un attimo e penso che
effettivamente a me non me ne frega più di tanto, c’è Anna Billò a
bordo campo! È vestita di rosa ed ho la sensazione che il Genoa
potrebbe perdere anche 1-0, ma non di più!!! Sègùo!
Non ricordo
un’azione della partita in particolare, mi è rimasta impressa
l’immagine della contestazione generale agli striscioni offensivi
della nord nei confronti di Preziosi e, non che magari interessi, da
me non condivisi.
Quello è stato
l’unico flash, per il resto era solo l’attesa di mostrare il nostro
striscione!
La buona volontà
c’era tutta, ma nell’intervallo ho dovuto far ricorso ad una abluzione
totale: non ce la facevo più dal caldo!
Ho capito subito di
aver sbagliato abbigliamento, volevo andare sul comodo ma, non so
perché, la smania di fare colpo mi ha indirizzato su un paio di
pantaloni a quadretti che non potevano passare inosservati, d’accordo,
ma data la temperatura forse era meglio evitare!
Già, la smania di
fare colpo! Sotto sotto me lo sentivo che sarebbe stata una giornata
speciale, ma non avrei scommesso 10 cents sulla fine che avrebbe
avuto!
Il sole rimbalzava
sulla mia fronte come un menaggio del ciniale… più volte ho temuto il
peggio!
La fine del primo
tempo è per me una liberazione!
Non è un bagno
normale, è frequentato da una serie di individui che Piero Angela
farebbe fatica a catalogare! Dopo una lotta paragonabile allo sbarco
in Normandia, guadagno un simil lavandino dotato di getto d’acqua a
portata africana! Bagno un po’ la sciarpa… è un datodi fatto: ieri ho
esagerto, perché giuro di aver visto il Berlusca di fianco al lavabo
che, con fare paterno, mi diceva:”Bagni con parsimonia, Michele!”.
Ma cribbio, sto
morendo di disidratazione, vedo una fonte, non bevo nemmeno e me la
devo far menare!
Non ci sto più
dentro… ci vorrebbe un JD’S! Eh, si! Come direbbe il vecchio Pietro:
“Caccia giù! Due cuori, ‘na cabana e ‘na brancò de fujasu!”.
Riguadagno la mia
posizione dei distinti e prendo lo striscione. Ne porgo un’estremità
all’inetto Pistino, guardo l’austero Iachi in cerca di una benedizione
che non tarda ad arrivare e… proprio durante l’esposizione parte il
commento da purtuale che mi apostrofa: “L’è nò u momentu!”.
Mi giro con la
rapidità di Kenshiro per terminare il tumultuoso… lo guardo negli
occhi… ancora adesso non riuscirei a dire se era una sola persona
particolarmente grossa, oppure due gemelli uno davanti all’altro!
Questo, comunque mi basta… ripongo lo striscione.
Mi aspetta un fine
partita da incubo.
Per la prima volta
non ascolto i commentatori di Sky, ma spero che l’analisi forense
delle azioni si associ ai connotati del guano dei pipistrelli tibetani…
perché la partita è una vera merda.
Prendiamo anche
goal, ma questo non basta a ferire il tifo dei presenti. Mi guardo
intorno e noto che c’è pieno di bambini, e questo mi riempie il cuore
di gioia a metà. Perché si che le scuole son finite, ma i genitori non
hanno altro posto dove portarli! Così, i genitori li lasciano giocare
davanti al vetro anti-israeliani che separa i bifolchi dagli atleti, e
gli innocenti sono liberi di imparare nuovi appellativi razzisti che,
alla ripresa della scuola, trasmetteranno prontamente ai loro
colleghi.
Ma chi se ne fotte,
io non so nemmeno quando sono nati i miei nipoti e ricordo a fatica i
nomi! Comunque non li porterei di certo allo stadio, l’acquario è
molto meglio! Ma se per Cristo mi fosse capitato di averli in gestione
in quella domenica, li avrei portati a Marassi coi tappi di cera per
renderli partecipi di una giornata storica e non solo!
È il triplice
fischio… siamo in B!
Sono contento, sì.
Ma non è che mi strapperei i capelli! Anche perché non ne ho tanti. Mi
sento orgoglioso, ma il traguardo lo vedo come un dato di fatto. È una
vita che simpatizzo Genoa e ormai sono abituato mangiare quelle tre
dita di Nutella®
sopra il barile pieno di merda. La serie B è una categoria particolare
ed il popolo genoano dovrebbe essere ormai collaudato ad evitare le
false illusioni… in parte, chiaro! Bisognerebbe prendere tutti i
giornalisti del Secolo ed appenderli per le palle! Da fine campionato
ad ottobre si dovrebbe abolire la carta stampata! Son capaci di
scrivere che Ronaldinho va al Genoa, basta far notizia!
Ma a me non me ne
frega una fava, il Genoa è tornato in B e sono pronto a far esplodere
i cori propiziatori su Anna Billò, che cantavamo nella zingarhouse! Mi
tornano alla mente i festeggiamenti del 1982… allora ero un bambino ed
avevo la forza di sognare, la Cesarina aveva ancora le mestruazioni ed
il mitico Uccio era indaffarato ad addestrare Argo a non aggredire i
passanti. E queste persone genuine hanno imbastito su un casino che
ricordo a distanza di 24 anni… ricordo che Sabino era a casa con la
febbre e la Angela non lo ha fatto uscire… quante bestemmie!!!
Saranno frasi fatte,
ma dopo essermi guardato intorno, mi viene da pensare: “Sta a vedere
che questo è l’anno giusto!”. Abbraccio l’eunuco a sinistra e vedo
Iachi che mi aspetta esultante a braccia aperte… tentenno un attimo
perché, a vederlo, è veramente grasso! Ma poi lo abbraccio… forte… è
una liberazione…
Mi viene subito da
pensare: “se l’anno prossimo Anna Billò segue le partite del
Catanzaro, disdico l’abbonamento a Sky!”.
Saltiamo ancora un
po’. Vedo che gli spettatori stanno diminuendo. Prendo il mio
striscione due aste poggiato su telaio angolare risegato a dovere. Lo
apro con orgoglio ed inizio a trasalire quando noto gli strappi ed i
chewingum (ammesso si chiamino così) attaccati allo striscione… è
anche strappato… guardo Pistino in cerca di aiuto… ma anche lo sguardo
di Iachi è di rassegnazione.
Lo striscione degli
zingari è ufficialmente passato a miglior vita.
Onori al caduto, ha
fatto il suo dovere!
Con stoico senso
civico, lo accomodo in un contenitore apposito mi avvio verso il
rendez-vous in compagnia dei miei compari.
Ora io non penso di
essere un navigatore satellitare, ma percorrendo una strada strana, mi
viene spontaneo dimandare alla mia guida Iachi se quella fosse la
giusta strada.
A tal quesito, il
bravo mi risponde che essendo la via preclusa, meglio è inavviarsi per
altre vie onde venir a piaggia, e più non dimandare!
Sichhè io, novello
Dante (poeta sbevazzante), onde evitar gli occhi di bragia, mi don
fidato!
Oh mme, oh vita, ben
lungi fui dalla gloria di Colui che tutto muove!
Mi son trovato in
una cazzo di strada che non avevo mai fatto, col telefonino che
squillava in continuazione
Mi dico: “ Son gli
zingari dispersi che stanno confluendo al randez-vous!”. Niente di
strano, possono aspetare. Possono aspettare si, perché io e Iachi
abbiamo problemi ben peggiori!!! L’eunuco Pistino si smarrì e non dava
segni di vita…
È più che
comprensibile perdersi nella confusione genovese… ma perdersi
all’attraversamento pedonale appare eccessivo!
Suona il mobile©… è Pistino, non gli ripondo e mi limito a filmarlo
mentre ripercorre la strada in cerca di noi! Parla al mobile ©, e la
mia stima di lui diminuisce sempre più! Pensavo ci stesse chiamando,
quando lo stupore si trasforma in terrore. L’inetto subito non
favella, dopo poco si limita a dire: “Hanno trovato Anna, sono con
lei!”. Data per certa una presa per il culo, lo in cartello
minuziosamente con l’aiuto di alcuni passanti. Mi fermo un attimo
perché adesso è il mio mobile (pronuncia mobail per chi ancora
non l’avesse capito, ovvero il telefonino del cazzo) che suona. È il
Dutur, conferma di aver trovato (grazie ad a Nazza) la nostra
beniamina, conferma di aver trovato Anna Billò.
Delego ogni pensiero
ai meravigliosi versi del Petrarca:
“Chiare, fresche e
dolci acque
ove le membra sue
pose colei
che solo a me par
donna”.
E dopo, purtroppo,
fu solo Leopardi.
Proseguivo verso la
vettura, sentendo nelle orecchie i commenti di Iachi e del pavido
Pistino. Ripetevano frasi sconnesse, del tipo: “Magari poi la
ritrovi!”.
L’istinto animalesco
stava per avere la meglio: incaprettare Pistino e vendere Iachi come
porchetta ad un ambulante di Busalla.
Ma no, noi siamo
zingari e vedovi. Sappiamo benissimo come affrontare il dolore! Noi
conosciamo la sofferenza… siamo stati fidanzati!
Ed è per questo che,
come dignitosa via di fuga, si paventava concretamente il suicidio
mediante caduta da una pontejella sul Bisagno.
E ancora, come echi
di baccanti nel dì di festa, risuonavano nei miei padiglioni i
tentativi di scuse dei miei ex-amici.
Bisogna dire che il
Bisagno era in secca e puzzava come una meretrice ungara, ed il
pensiero di una dedica di Anna Billò redatta sul retro di una fattura
del besagnino maledetto, contribuiva a migliorare la mia situazione…
ma comunque avevo rotto i ponti definitivamente coi miei
accompagnatori.
Questo mi
dispiaceva molto, perchè nel viaggio di andata Iachi aveva dimostrato
una sensibilità che va’ ben oltre la sua presenza da orso. È riuscito
a tenermi lontano Pistino per tutto il viaggio, intuendo il mio stato
di seminfermità mentale-fisica.
Ma il rifiuto del
randez-vous, con relativo incontro con Anna Billò era troppo. Sebbene
l’amicizia con l’eunuco biondo non fosse mai iniziata, con tristezza
mi accingevo a terminare il rapporto con l’austero finanziere.
Da lì in avanti, non
ricordo bene come si sono svolti i tristi eventi: ho un triste ricordo
dell’incontro con l’altra parte dei membri de l’”Anna Billò Fans Club”
i quali mi hanno riferito di una ragazza semplice ed in pausa. La
quale si è dimostrata molto gentile e disponibile, incredula quando le
è stato riferito che un mentalmente labile soggetto borberino (il
sottoscritto) si è presentato allo Stadio Luigi Ferraris
striscione-munito. Mi è stato riportato anche che, alla richiesta di
una dedica per questo folle zingaro, la gentile rispose: “Mi state
prendendo in giro?”.

Al suono di quella
conversazione, dimandai timidamente: “Ella sa della
cabala propizia ostentata sul nostro sito?”.
(vedi
post)
Risposta: NO.
O deficienti! Le
avete parlato per venti minuti, in tranquillità, e non avete lasciato
un recapito?
Risposta: NO.
Voglio tornare sulla
puntejella del Bisagno, ma voglio anche i tre metri di corda
insaponata che tengo nel bagagliaio della GOLF, stavolta non voglio
sbagliare.
Fu allora che mi si
avvicinò la Queen Mary, detta anche la Tigre del Bosco Piano, la quale
con fare materno mi sussurrò: “Caron non ti crucciare, vuolsi così
colà dove si puote tutto ciò che si vuole”.
Due a zero per
Dante, quello vero, e mi ritrovo in balìa degli zingari festanti per
la promozione.
Spero con tutte le
mie forze in un pronto ritorno alla zingarhouse, in modo da affogare
tutti i miei dolori nel foletto (unisco l’utile al dilettevole: faccio
le pulizie domestiche mentre scarico la tensione nervosa!).
Ma nonn c’è verso,
vogliono andare a festeggiare in Piazza De Ferrarsi.
Mesto mi aggrego
alla comitiva, schivando le attenzioni di Pistino ed i conforti del
saggio Iachi.
Mi sento una merda,
ma sono contento per gli zingari che hanno avuto modo di conoscere
personalmente Anna Billò e perché hanno pensato a me facendomi fare
una dedica. Poi guardo Iachi che è troppo grasso e mi prende il
nervoso per la sua devastante pigrizia.
Vorrei sedermi un
attimo a piangere con dignità, ma opto pr fumarmi una sigaretta.
Accendo, mi giro e vedo una ragazza bellissima. Mi giro verso la Queen
Mary sentenziando: “Belin, che figa!”. La vedo che mi sorride
balbettando: ”È lei, è lei!”.
Mi rigiro per
squadrarla bene, ma non riesco a scendere oltre lo sguardo. Negli
occhi aveva il mare di Sardegna, ed io quando vedo il mare di Sardegna
capisco sempre meno.
Mi avvicino a lei
con le movenze tipico del borberino, quindi ad un passo
dall’aggressione…
Ma noi siamo
tranquilli, abbiamo l’Avv. Spallaccio che ci tutela!
Le tendo la
pargoletta mano sudata all’inverosimile e presentandomi come
l’artefice dello striscione. Mi è sembrata sicuramente felice, ma
anche nettamente imbarazzata! Le chiedo se gentilmente è disposta a
farsi fotografare con questo losco figuro e lei acconsente. Non sto
più nella pelle, dopo un inverno di menaggi l’intervistatrice e bordo
campo esiste davvero! Fanculo la D’Amico e Martina Maestri, noi
abbiamo Anna Billò!
Mentre aspetto lo
scatto, tento di organizzare mentalmente un discorso sensato:
fisicamente il mio aspetto è pessimo, sono vestito come arlecchino e
sono più sudato dello Jelpo… devo inventarmi qualcosa per stupirla
almeno a livello discorsivo.
Ma Nazza è più
incapace del solito, non riesce a scattare la foto, e la cosa più
sensata che riesco a dire è: “Per me non è un problema, io starei qui
così anche un paio d’ore!”.
A quel punto il due
di picche è apparso più che concreto, anche a giudicare dallo sguardo
delle due cabine-armadio che la seguivano in veste di cameraman… tra
quei due come minimo c’era il marito.
Il peggio accade
quando il saggio Iachi, vedendo il sottoscritto più che imbarazzato,
ha l’ardire di chieder:”…ma com’era l’inno?”.
Così, abbracciato a
nientemeno che Anna Billò, mi metto a saltare urlando: “Anna Billò,
numero Uno - Anna Billò, numero Uno - Anna Billò, numero Uno – O – OO
– OO – OOOO”!

Lei attraversa tutte
le tonalità del fucsia, e quando il brevilineo Nazza riesce finalmente
e scattare la foto, lei scappa via veloce come un’anguilla,
lasciandomi in un inchino ebete di riverenza senza nemmeno averle
detto di dare un’occhiata agli zingari.com.
Però, provate voi ad
avvicinare una persona che fino a poco tempo prima pensavate non
esistesse, e sudati come un minatore belga iniziare un dialogo di tipo
intelligente!
La cabala Anna Billò
è stata determinante e poco importa che lei sappia o no di noi.
Viviamo in un paese
che ha bisogno di molte Anna Billò per dimostrare agli abitanti che è
vivo. E poco importa se è il Bose ad appendere striscioni, fare versi
o sentirsi dire se è innamorato!
L’importante è che
ci sia un paese che si svegli la mattina chiedendo chi è Anna Billò!
E la risposta è:
“Non lo sappiamo nemmeno noi!!!”.
Per noi resta un
simbolo, un risveglio,
un mondiale vinto (1,
2 e
3).
Nazza dice che è
terrona, ma l’unica cosa certa è che ha dato l’esame scritto di
giornalismo ed è stata promossa con 48. Lunedì 17 luglio sosterrà
l’esame di orale a Roma.
Anna, ti facciamo un
grosso in bocca al lupo!
Ho allertato
interflora per farti consegnare un paio di quintali di girasole, ma la
signorina mi ha apostrofato dandomi del matto e dicendomi che se c’era
tuo marito presente rischiavo di trovarmi in una situazione
spiacevole!
Beato luondai!
Comunque sappi che
se ti dovessi trovare dalle parti del genovese con la voglia di
passare una serata all’insegna dell’ilarità e della spensieratezza,
gli zingari saranno onorati di ospitarti e renderti onore per quello
che sei: la numero uno! |